Una famiglia in evoluzione… La storia

Una famiglia in evoluzione… La storia

La storia della famiglia Bellin e del Podere Mandriato

Piccolo cenno storico:
Siamo nei primi anni 50’, la guerra è finita ormai da qualche anno e in quell’Italia povera e contadina si respira aria di cambiamento e di ricostruzione del paese. Uno di questi grandi cambiamenti avviene nel mondo agricolo, si dà il via alla Riforma Fondiaria dove si attua la riconversione dei latifondi. In quel periodo l’aspetto strutturale dell’agricoltura italiana era rappresentato dalle dimensioni delle unità produttive, vi erano proprietà grandi addirittura come province.

Questi latifondi erano in mano a pochi proprietari terrieri che gestivano queste proprietà con investimenti minimi, sfruttavano questi terreni dividendoli in piccolissimi appezzamenti e dandoli a mezzadria ai contadini. Questi piccoli appezzamenti non erano sufficientemente redditizi per il sostentamento delle famiglie contadine, allora formate da nuclei molto numerosi.

Con questa riforma vennero espropriati un milione di ettari in tutta Italia, una minima parte della riforma originaria, ma in questo modo si riuscì a dare il via alla Proprietà contadina, basata sul modello dell’azienda Familiare di piccole dimensioni, ma in grado di sostenerne un reddito adeguato.

Nel 1950 Bellin Vittorio (mio nonno) e la sua famiglia si trasferisce dal Veneto alla Toscana. All’epoca mio nonno lavorava come mezzadro per un proprietario terriero che aveva acquistato dei terreni in Toscana. Dopo qualche anno il proprietario per cui lavorava decise di rivendere e tornare nel Veneto.

Mio nonno decise di restare, ormai con la famiglia si era integrato nel luogo. C’erano molte altre famiglie venete in zona e si sentiva un po’ come a casa, ma sopratutto c’era la possibilità di comprare un’azienda agricola e così dare un degno futuro alla sua famiglia, grazie all’esproprio dei latifondi di proprietà del Conte Giuli Rosselmini, grande proprietario terriero della Toscana.

Nel 1952 vengono espropriati al Conte Giuli circa 1000ha di terreni nel comune di Santa Luce (PI). L’Ente Maremma suddivide questi terreni in piccole aziende, in base ai nuclei familiari vengono assegnati un tot di ha di terreno e una casa.
Nel febbraio 1953 a mio nonno viene assegnato il Podere Mandriato il cui nome è ripreso da un precedente podere, molto più esteso e poi suddiviso. È composto da circa 13ha di terreno, la maggior parte seminativo, 100 piante di olivo, un vigneto, piccole strisce boschive per legna da ardere, una casa colonica su due piani. Al piano terra si trovava la stalla per circa 8 capi di bestiame, un magazzino e la cantina, mentre al piano superiore l’abitazione era composta da 2 camere, cucina e bagno. Nell’aia adiacente si trovava un’altra piccola costruzione dove c’era collocato il castro per 2 maiali, il pollaio e il forno per il pane.

Con questo modello di azienda hanno dato la possibilità ai contadini di auto prodursi il cibo, di crearsi un piccolo reddito per ripagarsi l’investimento per l’acquisto dell’azienda e di mantenere la famiglia.

Nello stesso periodo mio nonno con gli altri contadini danno vita alla Cooperativa Produttori Agricoli di Pieve Santa Luce. La nascita di questa cooperativa dà modo ai contadini di unire le forze per l’acquisto di macchinari per le lavorazioni , di aiutarsi nei lavori e soprattutto commercializzare i loro prodotti. Gli anni passano, siamo ai primi anni 80’ e l’azienda ormai viene condotta da Vittorio con l’aiuto del figlio, Dino Bellin mio padre, che nonostante avesse il proprio lavoro dedicava il proprio tempo libero ad aiutare il padre ma soprattutto a coltivare la sua passione, lavorare la terra e il contatto con la natura.

Vittorio inizia a esser stanco dopo questi anni di duro sacrificio, ha passato la guerra, ha cresciuto 3 figli, ha comprato un’azienda e l’ha fatta crescere. Si ammala e scompare prematuramente all’età di 66 anni e lascia l’azienda ai figli. Mio nonno negli anni era riuscito ad ingrandirsi un po’, aveva acquistato altro terreno, costruito un fienile, una porcilaia più grande e acquistato dei macchinari propri.

Il Figlio Dino decide a quel punto decide seguire i passi del padre e la propria passione, liquida la parte aspettante alle due sorelle e inizia la propria avventura. Anche mio Padre si dà un gran daffare per mandare avanti l’azienda e fare in modo di riuscire a mantenere la propria famiglia, dato che era già sposato, aveva già me di 4 anni e mia sorella di 3 anni. Dopo aver costruito la propria casa adiacente alla casa colonica, negli anni decide di aumentare il numero di bestiame, costruisce una nuova stalla, acquista dei nuovi macchinari, altri 3 ha di terreno, pianta altre 120 piante di olivo e nel 2004 da vita a un piccolo agriturismo composto da due appartamenti ricavati dalla casa colonica e parte della sua abitazione.

Nel 2009 mio padre scompare anche lui prematuramente all’età di 62 anni, la conduzione dell’azienda passa a mia madre Pulvirenti Maria che con il nostro aiuto la porta avanti fino al 2017, nel frattempo decidiamo di intraprendere la conversione al Biologico e raggiungiamo la certificazione nel 2016.

Nel 2017 io  Jonathan Bellin con affianco mia moglie Valentina e in accordo con mia sorella, decido di prendere la conduzione dell’azienda e  di mandare avanti quello che è stato costruito da  mio nonno e mio padre con i lori sacrifici e la loro passione e dedizione alla vita contadina e alla natura. Visto il periodo difficoltoso in cui si trova l’agricoltura italiana in questo periodo e prendendo coscienza del bello che hanno fatto i nostri avi ma soprattutto traendo insegnamento dai loro sbagli  , anche condizionati da un sistema agricolo introdotto allora (Rivoluzione Verde) forse non tanto Verde.  Decidiamo che la strada da percorrere deve esser giusta, nel rispetto dell’ambiente e della sua Biodiversità, nel rispetto nei confronti degli altri e soprattutto delle generazioni future, che molto gentilmente ci hanno prestato  queste terre, e che noi dobbiamo restituirgli  in ottima salute.. Il Biologico è stato il primo passo per tutto questo, ma non ci sembrava abbastanza, decidiamo di non fermarsi e iniziamo una formazione su tecniche di agricoltura Biodinamica, Permacultura e altre tecniche rigenerative. Perché la salute del nostro suolo e della biodiversità il risparmio delle energie e risorse è un elemento fondamentale per poter andare avanti a coltivare e produrre del cibo sano.

Il nostro progetto è di ritornare a quel modello di azienda familiare Contadina, dove si coltiva e si alleva biodiversità, per non dipendere più dal sistema del mono reddito che prevede la coltivazione di poche varietà o l’allevamento di una sola specie animale lontana dalla realtà agricola. Vorremmo ricreare quel tessuto sociale ormai scomparso che c’era prima tra il produttore e il consumatore, che partiva dalla città e veniva nelle campagne ad acquistare il proprio cibo. Noi dobbiamo far si che tutto questo si ricrei e lo possiamo fare solamente producendo cibo sano e di qualità nel rispetto di MADRE TERRA.

Dobbiamo aiutare gli altri a capire e a far riprendere coscienza di ciò che abbiamo perso in questi anni . Siamo partiti e collaboriamo con Gruppi di acquisto, con alcuni progetti, coltivazione della lavanda ,  custodiamo  vecchie varietà di grano, coltiviamo popolazioni di grano,  continuiamo la formazione personale e altri progetti stanno nascendo.

Nel frattempo abbiamo aumentato ancora il nostro numero di olivi, mandiamo avanti l’agriturismo, pian piano abbiamo reintrodotto gli animali che per vari motivi erano scomparsi. Ora abbiamo galline, polli, oche, pecore, maiali, 2 mucche un asinello e soprattutto le nostre amiche API.

Coltiviamo la Diversità – Cereali Resilienti 2.0

Coltiviamo la Diversità – Cereali Resilienti 2.0

Il 14 giugno si svolgerà al Podere Mandriato un incontro di presentazione del progetto Cereali Resilienti 2.0, con visita al campo coltivato con la Popolazione Solibam di grano tenero.

Coltiviamo la Diversità – Cereali Resilienti 2.0 è un progetto della rete semi rurali, con l’intento di creare una produzione diffusa di sementi di popolazioni, nell’ottica di preservare l’adattamento specifico di ogni popolazione ad un determinato ambiente.

Le popolazioni Solibam di grano duro, tenero e orzo, nascono ICARDA International Center for Agricultural Research in the Dry Areas (ICARDA) il Centro internazionale per la Ricerca Agricola in aree asciutte, in Siria grazie a un programma internazionale di miglioramento genetico.

Queste popolazioni sono state costituite con l’obiettivo di fornire agli agricoltori i materiali che contenessero la maggior diversità possibile, in grado di cambiare nel tempo e di adattarsi ad ambienti molto differenti.

Utili come base per un ulteriore selezione approfittando del fatto che evolvono.

Sagra della Fragola e del Baccello

Sagra della Fragola e del Baccello

Siamo ormai vicini, nei giorni 3 – 4 – 5 maggio a Pieve Santa Luce si svolgerà La Sagra del Baccello e della Fragola

È proprio questo il periodo in cui i due protagonisti sono al massimo della loro maturazione.

Ormai da molti anni si svolge la tradizionale festa del paese di Pieve Santa Luce, dove i visitatori potranno degustare alcuni piatti tipici della cucina toscana, come ad esempio le pappardelle al cinghiale, la zuppa di verdure o il cinghiale in salmì.
È possibile trovare un’ampia varietà di carne cotta alla griglia e naturalmente i baccelli freschi, che possono essere abbinati al salame e al prosciutto toscano, a del buon pecorino ed al formaggio locale fresco a pasta bianca, lievemente salato, chiamato proprio Baccellone.

La storica manifestazione della Sagra del Baccello compie ormai 41 anni mentre quella della Fragola compie 26 anni.

I visitatori più affezionati non vedono l’ora di conoscere il calendario degli eventi di questi tre giorni di festa. Sicuramente il momento più atteso è per Domenica 5 maggio con il famoso comico Jonathan Canini.

Numerosi saranno gli stand con prodotti gastronomici e artigianali, i visitatori della festa potranno partecipare alle manifestazioni sportive amatoriali, ad eventi musicali e di danza .

Durante i giorni di Sabato e Domenica sarà presente il mercatino di beneficenza organizzato per Agbalt Onlus e sempre per beneficenza il Sabato pomeriggio si svolgerà lo spettacolo teatrale “Biancaneve e i 7 nani” ideato e interpretato dai genitori dei bambini delle scuole di Santa Luce.

Volantino Sagra del Baccello e Fragola 2019

Come nasce l’Olio EVO

Come nasce l’Olio EVO

’Gli olivi ricamano di poesia il paesaggio, l’olio da energia al vivere e gioia alla tavola.’’

Nella nostra azienda sono presenti circa 600 piante di olivo, divisi tra due uliveti, 400 olivi in azienda e i restanti a pochi km a ridosso dei boschi del comune, le  varietà allevate sono le tipiche toscane della nostra zona, Frantoio, Leccino, Moraiolo, Pendolino e Razzo.

Le coltiviamo secondo il metodo Biologico e Biodinamico, ogni anno dopo la raccolta seminiamo un sovescio invernale, concimiamo le piante con del compost e distribuiamo i preparati (Fladen, 500k, EMA).

A primavera viene eseguita la potatura, la tecnica da noi usata è a vaso polifonico ‘’detta la roventina’’ potatura tipica della zona di Pisa e Livorno. A fine potatura gli scarti e il sovescio vengono macinati ed interrati e distribuiamo i preparati. Questa tecnica serve per creare sostanza organica e nutrimento al terreno, dopo qualche giorno seminiamo l’inerbimento per non lasciare il terreno scoperto nel periodo di grandi caldi.

Durante l’estate vengono eseguiti dei trattamenti fogliari per la lotta alla mosca olearia, questi trattamenti sono tutti NATURALI , sono a base di macerati di erbe, polveri di argille, microrganismi EMA, preparato 501 e trattamenti al terreno, con preparati biodinamici 500k e EMA.

La raccolta delle olive ha inizio da metà ottobre circa, negli anni si è molto anticipata, sia per il cambiamento del clima, sia perché si è riscontrato una maggiore qualità nell’olio. Le olive entro 48 ore dalla raccolta vengono frante. La molitura avviene con un frantoio meccanico di alta qualità, le olive vengono pesate, pulite da foglie, rami e altre impurità, vengono lavate e macinate.

Dopo la macinatura rimangono in vasca a temperatura controllata per circa 40/50 minuti, solo al quel punto si avvia verso il separatore, dove viene separata la parte solida da quella liquida e a sua volta la parte acquosa da quella oleosa, solo al quel punto avremo il nostro ORO. Il momento della frangitura è sempre un momento di gioia e di festa, in quella fontanella d’orata si concentrano le fatiche e il lavoro di un intero anno.

‘’Ricordo bene da bambino quando al vecchio frantoio c’era sempre un camino acceso, si abbrustoliva il pane e si assaggiava l’olio, fedele compagno di quella fetta di pane era quel bicchiere di vino tinto di bordeaux… e i commenti dei vecchi di chi aveva l’olio più bono.’’

Il cumulo Biodinamico

Il cumulo Biodinamico

La fertilità del suolo è l’elemento centrale per l’agricoltura Biodinamica, con le sue tecniche si va a mantenere e ad arricchire quella fertilità che in natura ha impiegato milioni di anni per la sua formazione.

Il cumulo Biodinamico è una tecnica per creare del compost per nutrire il terreno. Possiamo eseguire vari tipi di compost con  materiali che la nostra azienda ci offre:

  • Compost Vegetale utilizzando ramagli, paglia, sfalci erba e scarti di cucina.
  • Compost di Lemate utilizzando deiezioni di bovino, ovino, caprino , equino…   Risulta essere quello più professionalmente .

La preparazione avviene formando un cumulo di letame misto a giusta proporzione di paglia , la sua forma , alla base non deve superare i 2.5 mt e in altezza 1.5 mt, alla sommità leggermente rotonda, la sua lunghezza è definita dal materiale a vostra disposizione.

Prima di essere ricoperto di paglia al suo  interno verranno inseriti i preparati biodinamici da cumulo, 502 achillea, 503 camomilla, 504 ortica, 505 quercia 506 tarassaco e per ultimo il 507 valeriana che viene spruzzata sopra al cumulo. I preparati hanno attivano i processi microbici, utili per dare il giusto nutrimento e protezione alle piante.

Il processo di maturazione del cumulo avviene in circa sei mesi, trasformerà il letame in un terriccio ricco di nutrimenti, di consistenza colloidale e di un profumo gradevole come il terriccio del sottobosco.

Agricoltura Biodinamica

Agricoltura Biodinamica

Nacque negli anni ’20 dalla necessità di alcuni agricoltori che notarono come i propri terreni stava perdendo la fertilità ed i loro prodotti erano meno vitali.

Chiesero aiuto ad uno scienziato dell’epoca, il dott. Rudolf Steiner, che nel 1924 tenne delle conferenze denominate “corso di agricoltura”, dove illustrò dei metodi per risolvere i problemi dell’agricoltura.

In agricoltura Biodinamica si considerare la fattoria un organismo a se stante, dove tutti i suoi abitanti sono sì elementi autonomi ma interconnessi da relazioni che ne permettono la sopravvivenza reciproca. Con il metodo biodinamico, l’agricoltura è in sintonia con la natura, con la terra e con gli uomini. Una filosofia di vita per apprezzare tutta l’armonia di un campo coltivato, il succedersi delle stagioni e del tempo.

Concimazione, coltivazione e allevamento sono attuati con tecniche che rispettano e promuovono la fertilità e la vitalità del terreno e allo stesso tempo le qualità delle specie vegetali e animali. Disponendo di alcuni strumenti come le rotazioni agricole, i preparati biodinamici, il compostaggio, la concimazione di qualità, il calendario lunare e planetario. Non vi è permesso alcun utilizzo di fertilizzanti e concimi chimici.

In questo modo si preserva la fertilità della terra, le piante crescendo in modo naturale producono alimenti sani e di altissima qualità e l’intero ecosistema che ci circonda vive in perfetto equilibrio.

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